Intervista a coach Louisa Scheel
“Vivere e lavorare con pace ed equilibrio interiore”: questa è la prima frase che si legge quando si visita il sito web di Louisa Schell. Il sito è chiaro e ordinato e trasmette perfettamente i valori su cui Louisa basa il suo lavoro da terapeuta: la tranquillità e la comprensione. Louisa Scheel è coach sistemico e terapeuta di coppia e seguace del buddhismo zen. In quest’interessante intervista ci ha raccontato quale è secondo lei il senso della vita e ci ha spiegato come possiamo mantenere la calma anche durante i momenti difficili, come ad esempio durante il percorso verso la ricerca di un figlio.
Louisa, la tua vita è stata segnata da diverse fasi, potresti descrivere il percorso che ti ha portato dal fondare un´ agenzia di marketing al diventare una seguace del buddhismo zen?
Dopo essermi laureata in economia, ho avuto l’opportunità di svolgere le mie prime esperienze lavorative a Londra e Singapore nel settore dei media. Nonostante fossi soddisfatta della mia posizione lavorativa; dopo alcuni anni decisi di tornare a Berlino, la mia città natale, dove ho poi fondato un’agenzia di marketing pubblicitario. La mia più grande passione è sempre stata la narrazione e il marketing pubblicitario consiste proprio nel raccontare la storia personale di un marchio. La meditazione zen è arrivata qualche anno dopo: il ruolo di imprenditrice mi entusiasmava ma allo stesso tempo mi aveva completamente distrutta, sia fisicamente che mentalmente, e la meditazione mi ha proprio aiutata a ritrovare quella pace interiore e calma di cui avevo bisogno. Decisi dunque di seguire questo desiderio di pace e soggiornai per una settimana in un monastero in Algovia, dove sono entrata in contatto con un maestro zen, che mi ha insegnato le basi della pratica di meditazione. Da allora, ogni mattina dedico 25 minuti del mio tempo alla meditazione e cerco di entrare in connessione con le mie emozioni e ciò mi dà la forza per andare avanti.
Due anni fa la mia vita ha subito una grande svolta, la mia agenzia è stata acquisita da un gruppo internazionale e ho finalmente avuto l’occasione di seguire le mie passioni, ossia fare un lavoro che mi permettesse di mettere al centro il benessere della persona, diventando terapeuta di coppia e coach sistemico.
Come si legge sul tuo sito web, durante i tuoi anni di lavoro come terapeuta di coppia hai avuto modo di vedere come la terapia venga presa sul serio solo nel momento in cui la relazione è ormai al capolinea. Che motivi si celano dietro questo fenomeno, secondo la tua esperienza?
In media passano circa sette anni prima che una coppia decida di entrare in terapia, perché spesso ci si convince che i problemi si risolvano da soli e si pensa che chiedere aiuto sia un gesto da persone deboli e non abbastanza intelligenti. Tutto ciò non ha senso; quello che serve alle coppie per affrontare un percorso di terapia è in realtà un po’ di coraggio. A volte ci si sente dire dal proprio partner delle affermazioni che non sempre si vogliono sentire ed affrontare queste problematiche e superarle uniti richiede coraggio.
Inoltre, sento spesso dire che la preoccupazione maggiore delle coppie è che la terapia possa portare ad una separazione. Certamente la separazione può essere una delle soluzioni possibili, ciò nonostante, il primo obbiettivo della terapia è quello di ricostruire un dialogo tra i due partner e aiutarli ad accettare l’uno le diversità dell’altro.
Cosa significa secondo te essere felici ed avere una vita appagante?
Sono diversi anni che cerco di dare una risposta a questa domanda e solo ultimamente ho capito cosa significhi la felicità per me: riconoscere l’unicità di ogni momento e cercare di viverlo al massimo, dedicandogli tutta l’attenzione che si merita. Durante le mie sedute come coach sistemico aiuto i miei pazienti a capire cosa è importante per loro: “che cosa ha valore nella mia vita? Come voglio vivere?”.
La vita non è né bella né brutta, è semplicemente vita e in quanto tale va accettata così com’è, giorno per giorno. Solo così ci si dà la possibilità di crescere. Molto spesso l’insoddisfazione personale deriva dalla delusione del fatto che la realtà non sempre rispecchia le aspettative che ci si è posti.
“Il cambiamento avviene quando una persona diventa ciò che è, non quando cerca di diventare ciò che non è.”
Molte coppie desiderano fortemente un figlio, che però spesso non arriva e questa delusione può rappresentare un forte peso per entrambi i partner. Creare una propria famiglia è un percorso difficile, che può portare tanta delusione e sofferenza. Qual è la tua opinione riguardo questo tema: un figlio è davvero necessario per sentirsi felici?
È vero, il percorso per la creazione di una famiglia può diventare lungo e difficile ed ognuno di noi lo vive in modo differente.
L’archetipo (per definizione: principio che da generazioni viene associato ad emozioni specifiche) della famiglia è ben consolidato nel nostro inconscio e viene associato ad una sensazione di appartenenza: avere figli significa infatti appartenere ad un gruppo ed essere “diverso” o “sbagliato” rispetto agli altri.
Negli ultimi anni però si sono sviluppati alcuni movimenti attivisti, come ad esempio il gruppo “Regretting Motherhood” che si oppongono a questa visione della famiglia come un elemento necessario per sentirsi appagati nella propria vita. Conosco molte donne che non sentono un desiderio così forte di avere figli, ma si sentono obbligate dalla società ad avere un bambino e costruire la propria famiglia. Anche in questo caso cerco di aiutare queste persone a chiarire questo aspetto importante della propria esistenza e ad ascoltare i propri bisogni in merito.
Quando si inizia un trattamento di fertilità, la maggior parte delle persone entra in un territorio inesplorato e si affida completamente al parere dei medici specializzati nell’ambito. Questo rende il percorso molto impegnativo dal punto di vista emotivo, quali sono i tuoi consigli su come rimanere in sintonia con sé stessi? In altre parole, come mantenere la calma anche in questa situazione?
Nella società moderna le persone hanno sempre più bisogno di una strada definita e di obbiettivi chiari e raggiungibili. Purtroppo, nell’ambito della fertilità ciò non è possibile; è necessario avere speranza e fiducia nel percorso che si sta per affrontare. L’amore per sé stessi e l’accettazione rappresentano la chiave per affrontare nel modo migliore i periodi di difficoltà. La meditazione zen, in quanto meditazione silenziosa, aiuta a trovare il proprio centro, la propria forza e la fiducia in sé stessi.
In qualità di terapeuta di coppia, accompagno le coppie e le donne attraverso le fasi del trattamento e le sostengo rimanendo sempre al loro fianco.
Quali sono i tuoi consigli per le coppie che hanno difficoltà ad avere figli? Come possono riscoprire sé stessi attraverso la meditazione zen?
Le donne in questa situazione spesso si sentono sempre più sole e tendono a chiudersi in sé stesse.
Il mio consiglio per loro è cercare di uscire da questo autoisolamento e parlare delle proprie emozioni non solo con il proprio partner, ma anche con altre donne che stanno vivendo la stessa situazione. Se il desiderio di avere un figlio diventa così dominante da condizionare tutti gli altri aspetti della propria vita e sorge la disperata sensazione che senza un figlio non ci sia alcun senso, allora può essere molto utile porsi le seguenti domande: “Perché desidero davvero un figlio? “Che valore aggiunge un figlio alla mia consapevolezza personale?”. “Come vivo il concetto famiglia?” e “Come potrebbe essere la mia vita senza figli?”.
La meditazione zen può aiutare a fare chiarezza su queste domande e a guardare profondamente dentro di sé, senza distrazioni che provengono dall’esterno.
Quando ci si prende del tempo per sé attraverso la meditazione, si apre un nuovo percorso di vita che può essere vissuto con forza e con gioia, anche se spesso ci si trova ad affrontare difficoltà che rendono la strada più impegnativa.
Spesso le donne che fanno fatica a rimanere incinte entrano in lotta con il proprio corpo, che cosa consigli loro?
Amate voi stesse, anche quando è difficile: la cura verso sé stessi è un sostegno fondamentale. Esprimere gratitudine per ciò che si ha è un modo meraviglioso per focalizzare i propri pensieri sugli aspetti positivi della propria vita e non sulle mancanze di quest’ultima. Il mio consiglio è ringraziare per quello che si ha ogni giorno, poco prima di coricarsi: questa pratica aiuta a sviluppare un atteggiamento positivo alla vita, anche nei momenti difficili.
Come affermava Viktor Frankl: “Se la vita ha un senso, anche la sofferenza deve avere un senso. Non è importante ciò che si subisce, ma come lo si affronta.”
Louisa è coach sistemico e terapeuta di coppia e vive a Berlino. Attualmente lavora non solo con le coppie, ma anche con pazienti singoli. È anche la fondatrice di Love Labs, una piattaforma che offre laboratori, ritiri spirituali e sedute di coaching riguardanti il miglioramento delle proprie relazioni con sé stessi e con gli altri. Per saperne di più: scheel-paartherapie.de.
E come lavoriamo per realizzare il tuo sogno di creare una famiglia
La nostra missione è quella di accompagnare le donne, in coppia o single, nella realizzazione del loro desiderio di avere un figlio. Per noi è importante:
- assicurare trasparenza nell’ambito dei servizi di fertilità
- fornire informazioni complete
- aiutarvi a trovare la clinica adatta alle vostre esigenze.
Grazie alla collaborazione con i centri di fertilità di primo livello in tutta Europa, le vostre richieste di contatto con le cliniche hanno la precedenza: i nostri pazienti evitano lunghi tempi di attesa e ricevono il nostro supporto per tutta la durata del percorso, fino alla gravidanza.
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